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Cristalli ed essenze floreali: una sinergia possibile – parte 1

I fiori hanno una vita breve, per goderne dobbiamo cercarli e guardarli in un solo preciso momento: esprimono una bellezza che è la perfetta rappresentazione del lato più fugace e fragile della natura e, al tempo stesso, sono espressione della sua confortante ciclicità.

Tutte le primavere o le estati, infatti, sono seguite da autunno e inverno, senza fine: le trasformazioni cicliche sono una caratteristica costante del nostro mondo: vita-morte-rinascita. Nella leggerezza e nella fragilità dei petali leggiamo l’immutabilità delle leggi del nostro universo, “truccate” con i colori esaltanti dei fiori.
Nelle rocce, nei cristalli è più facile intuire un senso di eternità, perché il lento processo della loro formazione si estende in tempi lunghissimi, molto oltre le dimensioni delle nostre vite. Non svaniscono come i fiori e spesso non sono neanche così visibili, spesso occorre cercarle con fatica nella profondità della terra.
La nascita dei fiori ed il processo di formazione delle pietre sono alla base delle virtù, delle affinità dei singoli elementi di ciascuno dei due mondi.
Il fatto che le pietre naturali abbiano effetti su di noi è noto e sfruttato da sempre in tutte le culture: portate addosso, messe nell’ambiente dove viviamo o prese per via orale sottoforma di acqua “energizzata”con quel particolare cristallo, possono manifestare effetti particolari connessi con la loro struttura chimico-fisica.

Il granato, ad esempio, che si forma in condizioni estreme di pressione e temperatura, pare sia in grado di aiutare chi attraversa situazioni catastrofiche, infondendo il coraggio e la speranza necessari a superare il periodo di crisi. Anche la malachite, che si forma quando l’acido carbonico sottrae gli atomi di rame alle rocce circostanti, può far emergere dalle profondità della psiche i sentimenti rimossi.
Molti fiori hanno dimostrato di possedere proprietà analoghe: dai fiori di Bach in poi c’è stato un “fiorire” di floriterapie costruite con piante di ogni paese. Tutto è stato reso possibile dal fatto che Edward Bach ha ideato un metodo molto semplice per conservare il potere dei fiori oltre la loro effimera esistenza: i petali sono messi in acqua ed esposti al sole per un giorno, poi la soluzione così ottenuta è addizionata con un conservante alcoolico per poter essere mantenuta a lungo.
Certamente, essenze di fiori e cristalli hanno diverse modalità d’azione: l’effetto dei primi è immediato e di breve durata (infatti vanno assunti più volte durante la giornata per rinnovare la risonanza, come una nota musicale che va risuonata costantemente per essere ben percepita), i secondi, invece, mostrano i loro effetti lentamente ma in modo prolungato nel tempo. Con la floriterapia lavoriamo su modelli esperienziali negativi interiorizzati, attiviamo la capacità di cambiare e liberare nuovi spazi di affermazione del sé.

I cristalli aiutano a riempire questi spazi “strutturandoli”, in modo da stabilizzare le nuove prospettive esistenziali emerse ed evitare di ricadere nelle vecchie abitudini che vogliamo abbandonare.
Se chiediamo aiuto ad un cristallo per un problema che ci affligge sul piano emozionale potrebbe essere sufficiente posizionarlo nell’ambiente in un punto dove lo vediamo costantemente, anche non in modo consapevole: in questo caso il cristallo dovrà essere di dimensioni abbastanza grandi.
Se, invece, lo usiamo per motivi inerenti la sfera fisica dobbiamo tenerlo direttamente sul corpo a contatto con la parte interessata, con un cerotto, una benda o anche tramite un massaggio: se lo squilibrio da trattare è generalizzato nel corpo, i cristalli si potranno indossare come gioielli. Nel primo caso abbiamo un’azione limitata alla zona da trattare, nel secondo caso ci sono effetti più estesi all’energia globale del corpo. Se si tengono in mano, i cristalli provocano un effetto complessivo su tutto l’organismo attraverso i riflessi zonali della mano.

Tratto da “Fiori e pietre”-M.Gienger -Ed. Crisalide,2004